Ashe Nightingale

L'Oracolo di Kelemvor

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    Ashe Nightingale

    - Amor fati -

    Ashe

    Razza: Umana - Lignaggio: Dhampir
    Classe: Oracolo
    Mistero: Ceneri - Maledizione delle Ceneri Striscianti
    Fede: Kelemvor
    Lingue conosciute: Comune

    Cose che Ashe desidera: tornare al tempio di Kelemvor per dimostrare che ha trovato la fede; visitare la tomba di sua madre
    Cose che Ashe teme: incontrare di nuovo il vampiro suo padre; deludere Kelemvor

    Aspetto

    “All things of grace and beauty such that one holds them to one's heart have a common provenance in pain. Their birth in grief and ashes”
    ― Cormac McCarthy, The Road


    Ashe ha l'aspetto di una giovane donna di età indefinibile, all'apparenza tra i venti e i trenta anni. Ha un fisico esile e una carnagione che ultimamente appare decisamente malsana, anzi, cinerea. Ad aggiungere all'impressione che non goda della migliore salute c'è la tosse che spesso le scuote il petto, motivo per cui imparerà a tenersi sempre dietro un fazzoletto, da usare per nascondere gli sconcertanti sbuffi di cenere che si levano dalla sua bocca, e il sangue che altrimenti le macchierebbe direttamente le mani.
    Le movenze della dhampir sono aggrazziate, quasi inquietanti quando si impegna ad essere particolarmente teatrale o si esibisce in qualche acrobazia.
    I capelli color rosso scuro all'inizio dell'avventura saranno lunghi e piuttosto incurati, ma quando ne ha l'occasione Ashe non disdegna una sana visita dal barbiere più vicino. Le iridi della donna invece sono color rosa pallido, rappresentando forse il dettaglio più innaturale di tutto il suo aspetto.

    Ashe ama i bei tessuti, che le ricordano i tempi ormai lontani della sua infanzia, quando sua madre la portava con sè nel suo negozio. Quando lavorava come mercenaria, spendeva parte della sua paga per farsi cucire mantelli o camice con le migliori sete, oppure con altri materiali esotici, soddisfacendo così i propri desideri. Gli abiti purtroppo apparivano troppo poco pratici per il suo mestiere - e in realtà non ne ha mai indossato uno, quindi teme di non riuscire a districarsi tra legacci, sottovesti e altri gingilli.

    Da quando è diventata un Oracolo, la dhampir lascia una sottile traccia di cenere ovunque passi.

    Carattere

    “No one really knows why they are alive until they know what they'd die for"
    ― Martin Luther King Jr.


    Al momento dell'inizio dell'avventura, conosceremo Ashe come una donna piuttosto sfacciata, all'apparenza sicura di sè... siccome ha imparato a reagire alle proprie peggiori paure interpretando una versione molto più audace di sè stessa. La verità è che sotto l'apparente strafottenza, la dhampir sta attraversando un momento molto difficile ed è confusa da ciò che è accaduto attorno a lei, al castello del vampiro - e da ciò che è accaduto a lei.
    La verità è che Ashe non si è mai considerata molto coraggiosa, ma ora sente di dover imparare ad esserlo, per dimostrarsi degna dei poteri che le sono stati concessi. Quindi cercherà almeno all'inizio di esserlo nell'unico modo che conosce, ovvero proteggendo quello che sente essere il proprio gruppo.

    Ashe è fedele, nonostante tutto. Lasciare la sua compagnia mercenaria le è costato molto, e scoprire che il Capitano le aveva teso una trappola per toglierla di torno le ha spezzato il cuore. Anche così, nel momento di difficoltà ha tentato di tornare da loro per avvertirli del pericolo.

    Ashe è pigra e apprezza i piaceri della vita, mentre cerca sempre di evitare un duro lavoro. Ora che è un Oracolo si sforzerà di percorre una retta via, lontana da furti e infrazioni delle leggi, sia quelle degli uomini che quelle della natura... ma non sarà facile, e le tentazioni di un facile guadagno si faranno sempre sentire.

    Cose preferite: Mele, tessuti preziosi
    Cose meno amate: Non morti

    Background - Il passato

    “Memory is the treasury and guardian of all things”
    ― Cicero


    Ashe è nata a Westgate nel 1387, figlia di Kerri Nightingale, una semplice e nubile mercante di stoffe, e di uno dei signori del crimine della città, un vampiro dall’identità misteriosa di cui la piccola dhampir non ha mai saputo molto. Quando le Maschere della Notte furono cacciate da Westgate, Ashe era ancora una bambina molto piccola, ma sua madre decise di lasciare la città nel timore che la figlia attirasse le attenzioni indesiderate di qualche chierico o paladino troppo zelante. La donna decise di intraprendere il lungo viaggio per tornare nel suo paese natio, dove la dhampir infante crebbe in compagnia di alcune zie e altri distanti parenti, guardata con sospetto quando non con aperta ostilità sia dai cittadini che dai propri famigliari.
    Fin da bambina, si ritrovò ad essere esclusa dai giochi dei coetanei, che riversavano su di lei scherzi e piccole angherie. Quando comprese che non sarebbe mai stata accettata dalla comunità, Ashe cercò di trovare un minimo conforto nel proprio aspetto non comune e nel dono che il suo sangue vampirico le concedeva, trasformandosi da vittima in strafottente bulla, che minacciava i suoi aguzzini con favoleggiati poteri della notte e connessioni con temibili vampiri. Questo atteggiamento ebbe l’effetto di acuire la diffidenza dei paesani nei suoi confronti, ponendo fine ai sussurri e agli scherzi di cattivo gusto ma anche a qualunque possibilità di integrazione.
    Quando fu grande abbastanza, Ashe provò ad aiutare i suoi parenti nei lavoretti di campagna, ma era poco portata per quel tipo di sforzo. Quando invece seguiva sua madre nel suo nuovo negozio di stoffe, l’unico effetto garantito era il dileguarsi della clientela.
    Durante i primi anni dell’adolescenza, la slanciata e pallida dhampir comprese che non c’era futuro per lei nel paesino di sua madre. Gli altri parenti ormai la evitavano, e anche Kerri si rese conto che le cose non potevano andare avanti in quel modo. Ashe trascorreva sempre più tempo a bighellonare in giro, ogni tanto si univa a una carovana e raggiungeva le città dove tra piccoli furti e serate brave cercava di dimenticare gli sguardi ostili che la attendevano a casa.
    Una sera, quando la ragazza ritornò al paesino dopo un’assenza di oltre una settimana, trovò sua madre ad attenderla sulla porta della piccola casa di campagna. Il volto della donna era segnato dal dolore, ma fece ciò a cui si sentiva costretta: consegnò ad Ashe un po’ di denaro e una spilla, unico ricordo del vampiro suo padre, pregandola di restare lontana da Westgate e di trovare fortuna e una vita onesta in qualche città lontana.

    Ashe trascorse gli anni successivi come una vagabonda. I soldi di sua madre finirono in fretta, tra bevute e alcuni acquisti sconsiderati (la ragazza aveva sviluppato un certo gusto per i bei tessuti e i gioielli, sebbene raramente se li potesse permettere). Spesso bivaccava nei boschi, ma quando giungeva in città, si dava a furti più o meno fortunati per potersi permettere maggiori agi, tirandosi fuori da situazioni spinose grazie alla parlantina e alla furbizia.
    Era un’esistenza solitaria e costellata di piccole sventure e soddisfazioni, che tuttavia lasciavano Ashe triste e sconsolata al calare della notte, senza una casa alla quale tornare, una famiglia da riabbracciare o uno scopo da inseguire al sorgere di un nuovo sole. Gli anni si fondevano in una matassa informe di ricordi tutti uguali; risvegli sgradevoli nei vicoli meno raccomandabili, notti insonni passate nelle celle, bevute che lasciavano in bocca sapori amari e le tasche vuote.
    La svolta giunse quando Ashe compì l’errore di tentare di alleggerire le tasche ai soldati di una compagnia mercenaria, i Falchi Grigi. Li adocchiò in una taverna di Iriaebor, mentre si scambiavano giri di birra per festeggiare il successo dell’ultimo lavoro. L’astuta dhampir ormai aveva occhio per questo tipo di opportunità, e da troppi giorni doveva arrangiarsi con i pochi spiccioli che le erano rimasti. Pur sapendo che truffare degli uomini d’arme non era sempre una buona idea, corse il rischio e si unì alla festicciola, raccontando storie e contribuendo a far ubriacare i mercenari. Quando la maggior parte di loro era ormai assopito sul tavolo della taverna, trafugò i loro pesanti borselli e si dileguò nella notte. Sapeva che sarebbe stato saggio lasciare subito la città, ma non voleva affrontare il triste cammino nella notte proprio ora che aveva così tanto denaro a disposizione. Decise di attendere almeno il mercato del mattino, per acquistare un cavallo, del cibo e qualche gingillo.
    Purtroppo, proprio mentre si apprestava a completare gli acquisti, il suo mantello fu acciuffato dalla mano robusta del leader dei Falchi Grigi. La dhampir si diede subito alla fuga, divincolandosi dalla presa e cercando di sparire per le strade della città, ma i mercenari erano preparati e le tagliarono la strada. La giovane donna non esitò ad implorare la loro pietà, e quando Helm Greycastle, capo dei Grigi, la interrogò con tono severo, rispose a tutte le sue domande. L’uomo era burbero e intimidatorio, ma sotto la scorza severa si nascondeva un cuore che teneva ancora all’onore, nonostante la sua spada si mettesse al servizio dei più ricchi mercanti della zona.
    Comprendendo di avere per le mani una povera disgraziata, Helm decise di portarsela dietro come cuoca e aiutante per la Compagnia mercenaria, così che potesse ripagare con gli interessi il denaro trafugato. Ashe accettò, salvo tentare la fuga la prima notte fuori dalla città. Fu riacciuffata e legata al carro delle vivande, e dopo qualche altro tentativo infruttuoso rinunciò ad allontanarsi, svolgendo di malavoglia i lavoretti che le venivano richiesti. Non era abituata a lavorare per guadagnarsi il pane, e spesso si mostrava insofferente alle battute e agli sguardi dei mercenari, che nonostante l’atteggiamento della dhampir iniziarono ad apprezzare la sua presenza. Non tanto per le sue abilità da cuoca (molto scarse) quanto più per la sua mente sveglia, lingua spregiudicata e ampia raccolta di storie bizzarre.
    Seppur a malincuore, anche Ashe iniziò ad affezionarsi alla compagnia. Vedere gli stessi volti ogni giorno, iniziare a riconoscere i pregi e i difetti di quegli uomini, le loro battute preferite, il modo in cui curavano le loro armi e armature… aveva un che di rassicurante e piacevole. E ancora più piacevole e sconcertante era ricevere il saluto di qualcuno che ricordasse ogni giorno il suo nome, che conoscesse le sue cose preferite, che sapesse come farla ridere.
    Quando passò il mese che il capitano Greycastle aveva decretato come necessario per ripagare la compagnia, l’uomo convocò Ashe nella propria tenda.
    La dhampir non era abituata ad esprimere i propri desideri e i propri sentimenti, ma non ce ne fu bisogno: Helm ormai aveva imparato a conoscere la donna, e le offrì di restare, offrendo un equo compenso per il suo lavoro. Ashe, dopo un breve tentennamento, accettò… ma chiese di potersi rendere utile come qualcosa di più di una domestica.

    Fu così che Ashe si unì alla Compagnia del Falco Grigio, prima come utile tuttofare, poi come spia e ricognitrice. I modi furtivi e la parlantina della dhampir si rivelarono utili per sondare le finanze e i punti deboli sia di nemici che di committenti, e il suo contributo si rivelò inaspettatamente utile per la compagnia. Sapere in anticipo quanto potesse in effetti pagare il mercante che li voleva ingaggiare poteva evitare brutte sorprese, mentre scoprire i punti deboli dei rivali portava a maggiori successi, e dunque più ingaggi.
    Furono anni quasi felici, sotto il comando di Helm Greycastle. I mercenari impararono ad amare la dhampir, e lei trovò nella Compagnia una vera famiglia. Alcuni dei mercenari andavano e venivano, alcuni cadevano in battaglia o riportavano gravi ferite. Non era una vita facile, e lentamente Ashe dovette fare i conti con un’altra conseguenza delle sue ascendenze vampiriche: mentre lei manteneva l’aspetto di una giovane donna, alcuni dei suoi commiltoni più anziani invecchiavano, si ammalavano, ed erano costretti ad appendere la spada a un chiodo. Ma la dhampir imparò ad accettarlo, e sentiva di aver trovato un suo piccolo posto nel mondo.
    Ogni tanto ripensava a casa, e nel corso degli anni arrivò anche ad accettare la decisione di sua madre di mandarla via. Purtroppo, quando decise di interessarsi di nuovo alla sua sorte, scoprì che era morta alcuni anni prima per una febbre. Ne fu addolorata, soprattutto perchè avrebbe voluto rivederla e parlarle almeno un’ultima volta, ma decise di fare comunque quello che si era prefissata: iniziò ad inviare in forma anonima una parte delle proprie paghe alla famiglia materna, ora retta soprattutto dall’impegno dei suoi cuginetti, ormai uomini adulti e con una loro famiglia.
    Purtroppo, giunse anche il giorno in cui persino il Capitano Helm dovette cedere all’impietosa vecchiaia della sua razza. L’uomo lasciò la Compagnia al figlio Ulf e si ritirò dalla vita mercenaria, per poi spegnersi poco meno di un anno dopo nella sua casa a Iriaebor.

    Sotto il nuovo comando di Ulf Greycastle, la Compagnia dei Falchi Grigi continuò a lavorare con moderato successo, forte della fama guadagnata negli ultimi anni. Tuttavia, Ulf, pur essendo un comandante molto valido in battaglia, mancava del notevole giudizio e della moderazione che erano stati propri di suo padre. La Compagnia continuò a guadagnare bene, ma il nuovo leader accettava incarichi che Helm non avrebbe neppure preso in considerazione, purché il compenso fosse buono.
    Ashe, che era con i mercenari da più di chiunque altro, si accorse della differenza ma non disse mai nulla. Doveva troppo alla Compagnia, e non si era mai interrogata troppo su ciò che giusto o su ciò che era sbagliato; era stata una ladra, in fondo, e solo la guida di Helm l’aveva allontanata da quella strada. Di certo non si trovava nella posizione di giudicare.
    Quando la Compagnia agiva al soldo di qualche tiranno per riscuotere delle tasse ingiuste, la dhampir intascava in silenzio le proprie monete; quando i suoi commiltoni minacciavano un locandiere per avere un altro giro di birra, sospirava e svuotava il proprio bicchiere.
    Ulf era ormai il Comandante da più di dieci anni, quando i mercenari furono invitati nei pressi di Westgate per un nuovo lavoro…

    [to be continued...]

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    Lilianore Whitelily (Amica)

    Lilianore_migliorata_e_corta

    Affiliazione: Chiesa di Kelemvor - Sacerdotessa

    Lilianore è la Chierica di Kelemvor che ha accolto Ashe quando la donna, creduta inizialmente morta e già avviata ai riti di sepoltura, è stata poi scoperta essere viva e consegnata nelle mani dei fedeli. La Chierica è la maggiore autorità religiosa nel piccolo Tempio che ha ospitato per un breve periodo la dhampir, e probabilmente è stata solo la sua autorevolezza e natura pacata ad evitare che Ashe subisse una sorte molto peggiore. Nei dintorni di Westgate c'è ancora chi ricorda i vampiri, e la natura Marchiata della donna non l'ha resa un'ospite gradita agli occhi dei più.
    Lilianore tuttavia si è mostrata fin da subito gentile con Ashe, che già temeva una sorte orribile sotto le mani solo apparentemente benevole di un chierico. Ha curato le sue ferite con le antiche formule erboristiche e, mentre la dhampir si riprendeva, le ha chiesto di raccontarle la sua storia, vicendo lentamente la sua ritrosia. Quando non era Ashe a raccontare, troppo debole per le ferite riportate, Lilianore prendeva parola e narrava le vicende di Kelemvor, fermamente convinta che la sua ultima paziente potesse trovare pace e uno scopo nel servizio del suo Dio.

    Lilianore è una donna saggia e un'esperta guaritrice, che ha guadagnato l'affetto degli altri fedeli e dei popolani vicini al Tempio.
    Suo fratello minore Nathan invece ha scelto la via della spada, e serve come Paladino di Kelemvor in uno dei maggiori centri di potere del culto. I due fratelli sono molto legati, nonostante abbiano inclinazioni differenti (da una lato la gentile chierica, dall'altro l'intimidatorio inquisitore), e ogni volta che ve ne è l'occasione Nathan e la sua compagnia passano a trovare Lilianore nel suo piccolo Tempio.

    Quando Lilianore ha scoperto dal racconto di Ashe della presenza di un potente e minaccioso vampiro nascosto in un castello nei boschi non troppo lontano da Westgate, ha subito mandato un messaggio al fratello, chiedendo l'intevento suo e delle sue truppe per estirpare l'antico male.

    Il Duca (Nemico)

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    Affiliazione: ???

    Questo misterioso vampiro è il vero committente dell'ultimo lavoro della Compagnia dei Falchi Grigi, oltre ad essere il padre di Ashe (sebbene dalla fuga della madre della dhampir da Westgate, non ci sia più stato alcun contatto tra i due). Le sue motivazioni sono ignote e avvolte nell'ombra, e anche la sua origine è incerta, sebbene abbia stabilito il proprio territorio a Westgate qualche anno prima dell'epurazione delle Maschere della Notte dalla città.

    Ulf Greycastle (Nemico)

    Ulf

    Affiliazione: Compagnia dei Falchi Grigi - Capitano

    Il figlio dell'ormai deceduto fondatore della Compagnia dei Falchi Grigi, Helm Greycastle.
    Quando Ashe si è unita alla compagnia mercenaria, Ulf non era ancora nato. Helm aveva una casa a Iriaebor alla quale faceva ritorno ogni volta che poteva, e dove lo attendeva sua moglie. Quando qualche anno dopo il vecchio Capitano annunciò la nascita del figlio, i suoi soldati si abbandonarono a tre notti e tre giorni di baldoria, per brindare al nuovo pargolo del loro leader.
    Appena ebbe l'età per impugnare una spada (e forse anche prima) Ulf iniziò ad essere addestrato nelle arti marziali, e in seguito ricevette un'istruzione anche più formale su insistenza del padre, che desiderava per lui e per i Grigi un futuro stabile e prospero. Ulf era portato per i conti e per la geografia, ma non c'era nulla che amasse più delle avventure nei vicoli meno raccomandabili della città, dove forte del suo status e della sua stazza presto iniziò a farsi una nomea. Abbandonò la spada in favore dell'ascia bipenne e appena Helm glielo consentì, si unì ai Falchi Grigi.
    Ascoltava sempre il padre, ma si trovava più a suo agio a gozzovigliare con gli altri soldati e a condividere storie di battaglia e conquista che a interiorizzare i consigli del saggio Capitano. Questa propensione per la convivialità gli fece guadagnare molti sostenitori tra gli uomini dei Grigi, e quando infine Helm dovette ritirarsi lasciando il comando a suo figlio, la transizione fu naturale e priva di complicazioni.

    Ulf all'inizio seguì le orme del padre, accettando lavori dai soliti committenti e trattenendosi dall'esplorare nuove fonti di guadagno. Tuttavia, mentre la memoria di Helm sbiadiva e altri dei suoi vecchi commiltoni abbandonavano il lavoro, il nuovo Capitano iniziò a farsi più audace. Non gli importava più chi fosse a pagarlo, finchè i soldi piovevano nei suoi forzieri il guerriero era disposto a tutto, e i suoi uomini lo seguivano.
    Anche Ashe continuò a viaggiare con i Grigi, aveva troppo rispetto per Helm per criticare suo figlio. I rapporti tra la dhampir e Ulf non furono mai particolarmente stretti, ma restarono sempre cordiali, e fino al momento della rottura tra i due l'uomo continuò a servirsi di lei come spia e ricognitrice, accettando i suoi consigli.

    Quando Ulf accettò un lavoro per conto di un servo del Vampiro, all'epoca senza conoscere la vera natura del suo signore, le cose per i Falchi Grigi iniziarono a prendere... una buona piega. Il lavoro fu portato a termine con successo e senza complicazioni, e la paga era ottima. I Grigi furono invitati a una cena offerta dal servo del Vampiro, e qui Ashe si rese conto dell'essere che tramava tra le ombre.
    Implorò Ulf di abbandonare subito l'ingaggio, ma purtroppo l'uomo era già caduto sotto l'influenza del non morto. Quando la dhampir, decisa a non lavorare per il Vampiro, dichiarò che avrebbe lasciato la Compagnia, Ulf per ordine del suo nuovo signore organizzò la trappola per uccidere la donna.

    Felix Moonstar (Amico)

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    Affiliazione: Compagnia dei Falchi Grigi - Soldato

    Felix era uno dei più giovani soldati della Compagnia dei Grigi, un ragazzo originario di una famiglia di Waterdeep che aveva deciso di darsi alla vita da avventuriero piuttosto che seguire le orme dei fratelli maggiori. Addestrato con la spada, e con i soldi necessari a permettersi un'armatura e un cavallo, aveva preferito unirsi alla compagnia mercenaria piuttosto che sopportare lunghi anni come scudiero di un cavaliere già affermato. Con poca esperienza del mondo, ma l'istruzione e l'addestramento nelle armi offerti dalla sua ricca famiglia di origine, Felix riuscì a farsi accettare tra i Falchi Grigi quando la Compagnia era ormai da anni gestita dal Capitano Ulf.
    Se il ragazzo provò delle perplessità di fronte ai lavori commissionati ai Grigi, l'influenza e la sicurezza dei commiltoni più anziani ed esperti riuscì a ricacciare in fondo al suo cuore il timore di aver preso una strada sbagliata. L'unica a mostrare un atteggiamento un poco diverso nei suoi confronti era Ashe. Dopo qualche sera trascorsa insieme attorno al fuoco, quando tutti gli altri si erano già ritirati a dormire, la dhampir iniziò a raccontare a Felix dei tempi in cui era Helm Gerycastle a guidare la compagnia: battaglie epiche, missioni quasi eroiche, astute manovre e banchetti al tavolo di Re e nobili. La vita da mercenario, come la raccontava Ashe, sembrava molto diversa, e bastava ad ispirare il giovanotto e a ricordargli che l'onore non doveva per forza morire per il denaro.
    Alla dhampir piaceva quel ragazzino, ancora giusto nonostante avesse assistito alle prime battaglie e alle crudeltà a cui gli uomini si sapevano abbandonare. Non sapeva se erano i suoi racconti a fargli rifiutare con cortesia ma fermezza di unirsi a certe scorribande organizzate da altri mercenari, ma le piaceva che fosse diverso dagli altri. Naturalmente, faticava a non considerarlo ingenuo, e spesso lo prendeva in giro chiamandolo damerino, oppure ricordandogli che rispetto a lei era a malapena un bambino in fasce... ma erano entrambi a ridere in silenzio di quegli scherzi.

    Quando Ashe decise di tornare al castello del vampiro per tentare un'ultima volta di convincere i Grigi a non lavorare più per il malvagio non morto, era soprattutto il pensiero di Felix a tormentarla. L'idea di averlo lasciato solo, dopo aver compreso i livelli di spietatezza a cui Ulf si era abbassato (organizzando una trappola per farla uccidere), non la lasciava in pace. Tuttavia, quando giunse al castello, era già troppo tardi.
    Felix era stato reso una Progenie Vampirica, e la dhampir nella foga di trarlo in salvo se ne rese conto troppo tardi. Il nuovo servo del vampiro, di cui lei pensava ancora di potersi fidare, la azzannò alla gola e richiamò i suoi simili, che sciamarono su Ashe e la portarono davanti al loro padrone.
    L'immagine del volto di Felix distorto da una crudele e dissennata sete di sangue tormenta ancora la giovane donna, e negli incubi che ripercorrono la terribile esperienza al castello lui compare sempre, un memento indelebile di come la non morte può corrompere anche il più gentile dei cuori.

    Edited by Volpigna - 10/3/2023, 12:20
     
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