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Daggerford, Hammer 1488
La ragazza stava titubante sulla soglia del tempio di Lathander e osservava con curiosità e timore coloro che le sfilavano a fianco ed entravano. Per loro era un gesto semplice, forse erano spinti dalla gioia o dal desiderio di trovare conforto.
Si fece coraggio ed entrò.
Le ci vollero lunghi istanti per decidersi; alla fine si avvicinò a uno dei giovani novizi che curavano il tempio e con voce decisa chiese.
“Scusatemi sono giunta qui dopo un lungo viaggio, potreste procurarmi udienza con una delle autorità locali?”
La ragazza aveva cercato di essere più cortese possibile, ma quasi subito si rese conto di quanto vaga fosse stata la sua richiesta e riprese.
“Vorrei vedere la prescelta, Astra.”
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"Oh. Ma certo" ti risponde il ragazzo con un sorriso incoraggiante. Subito fa per partire, solo per fermarsi pochi metri dopo e fare ritorno con l'espressione imbarazzata di chi ha scordato una componente essenziale di un'etichetta difficile da memorizzare.
"Chiedo scusa... chi devo annunciare, e per quale ragione?". -
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"Chi" ma certo! Aveva dimenticato di presentarsi. Forse non l'aveva dimenticato ed era proprio quello il problema; Noxa Mistiveil ormai era una statua e prima di quello era stata una menzogna che mascherava un mostro.
Un brivido corse lungo la schiena della ragazza che era rimasta paralizzata dalla più semplice delle domande.
Si costrinse a rispondere.
"Temo che il mio nome non sarebbe d'aiuto. Ditele che un membro degli Ultimi Eredi è qui per quanto è successo lo scorso Uktar, capirà senz'altro. Grazie.". -
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Il ragazzo annuisce e, senza fare altre domande, corre all'interno del tempio. Non devi attendere molto prima di vederlo tornare.
"La nostra Signora vi attende, milady. Se volete seguirmi, vi condurrò da lei"
E così dicendo, il giovane accolito ti fa strada lungo il tempio. Molto tempo è passato dalla tua ultima visita a Daggerford e all'epoca avevi tutte le ragioni per tenerti alla larga da questo luogo.
Ma molte cose sono cambiate... tu per prima. Ora hai finalmente la possibilità di ammirare il culto di Lathander e, per una ragazza nata tra le Nebbie, è uno spettacolo indimenticabile.
Pregiati marmi bianchi costruiscono la struttura di un edificio fatto di sale ampie e monumentali. Le colonne, scolpite per ricordare motivi floreali, dividono tra loro tre grandi navate: le due laterali conducono alle stanze adibite alle attività del clero e dei seguaci, mentre la navata centrale dà direttamente al maestoso altare, vero fulcro della preghiera. Qui, un'enorme vetrata permette alla luce dell'alba di illuminare i volti dei devoti intenti a lodare Lathander, mentre altre finestre più piccole e impreziosite da vetri colorati raccontano attraverso le immagini i miti della liturgia del Sole.
Proprio ai piedi dell'altare, intenta in preghiera come una qualsiasi, umile ancella, vedi Astra. I suoi splendidi capelli rossi, brillanti come il fuoco, attirano il tuo sguardo e non lo lasciano andare via.
Esiti un attimo, per non volere interrompere la sua concentrazione, ma è la fanciulla ad alzarsi non appena ti avvicini. Si volta e ricambia il tuo sguardo con un sorriso che solo una prescelta del Dio della Speranza sa rivolgere.
Eppure, c'è qualcosa di diverso in Astra e una donna come te, abituata a scorgere i dettagli delle persone, non può fare a meno di notarlo.
Il fuoco che avevi visto nei suoi occhi sembra essersi placato. Ne scorgi ancora le braci e, forse, un giorno torneranno a divampare, ma oggi hai davanti a te una fanciulla che irradia una serenità a te sconosciuta.
"Ah, siete voi. È una gioia incontrarvi nuovamente e, se me lo concedete, in miglior... salute di quanto ricordassi dai tempi dell'Isola del Cigno. Il Sole vi ha guidata qui per un motivo, immagino. Posso aiutarvi a riguardo?"
Edited by Tirro - 13/6/2018, 19:36. -
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"Spero davvero che voi possiate. Quanto accaduto sull'Isola ha lasciato un solco in ognuno degli Eredi e sono qui per capire quanto profondo sia il mio."
La ragazza senza nome rifletté un momento, chiedendosi quanto fosse saggio rivelare di più. Decise infine di rischiare.
"Da quanto ricordo voi conoscete le ombre e le creature che vi abitano, il vostro compagno ne è la prova. Ditemi, egli come ha fatto a sottrarsi al giogo delle tenebre?"
La sua voce tradiva inquietudine e una disperazione crescente che strisciava sotto la pelle.. -
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A dispetto della sua giovane età, Astra ti rivolge un sorriso materno. Ma nella voce c'è qualcosa di più: l'ombra di un senso di colpa, un rammarico ancora vivo in lei.
"Allo stesso modo in cui vi sono riusciti in tanti, amica mia: si è innamorato"
Così dicendo, l'aasimar si siede sul gradino più basso che conduce all'altare della divinità, invitandoti a fare lo stesso.
"Non di me, ma di colei che portò il mio titolo prima che io nascessi. Doveva essere una donna davvero straordinaria da come tutti me ne parlano... e lo fanno in continuazione, credetemi. Dove qualsiasi seguace del Signore del Mattino avrebbe cercato di uccidere Nediar per la sua anima oscura, lei invece gli diede speranza.
E alla fine, la Storia ci racconta quale fu la scelta migliore. Lei compì molte gesta memorabili, ma io credo che quel piccolo atto di fiducia, quel dono così fragile ma per questo tanto prezioso, sia la sua vera eredità"
Sospira.
"Purtroppo non siamo tutti come lei, menchemeno io. Nè voi siete qui per sentire la storia della Fenice che fu, immagino: Lathander ci insegna a non rimuginare sul passato, ma di guardare al futuro". -
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"Fiducia, credo di sapere di cosa parlate. Qualcuno ha avuto fiducia in me dopotutto, questa è forse l'unica cosa certa in questi tempi."
Un pensiero attraversa la mente della giovane e la riporta nel ventre della Tempesta Notturna, era insieme a Tinuviel.
"È stata quella fiducia, no, è stata l'aspettativa che quella fiducia portava con sé a farmi compiere una scelta difficile in un momento ancora più difficile. Di tutto quello che è accaduto dopo però non posso prendermi il merito, questa è un'altra cosa di cui sono sicura. Io..."
Lentamente fa ritorno il passato di morte e atrocità che apparteneva a Noxa Mistiveil.
"Io cerco la redenzione. Non posso credere che mi sia già stata concessa, né posso sopportare di continuare a essere ciò che sono stata."
Le lacrime lentamente bagnano il suo volto e le donano un momento di sollievo.. -
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Astra ti posa una mano sulla spalla.
"Non piangete, amica mia. Anzi, siate felice, perchè siete molto più vicina alla redenzione di quanto il vostro tormento vorrebbe farvi credere"
Così dicendo, la fanciulla solleva lo sguardo verso il rosone centrale, dal quale la luce del giorno entra ed illumina i vostri volti.
"Molti umani pensano che la redenzione sia qualcosa che si ottenga dalle divinità. Ho visto uomini togliersi il cibo dal piatto e donne rinunciare alla propria bellezza nel tentativo di ricevere la redenzione dai propri patroni.
Ma si sbagliano.
La redenzione non viene dall'alto, ma dal nostro animo. Il penitente crede di dover chiedere scusa a un dio, mentre in realtà deve solo trovare le forze di perdonare sè stesso.
E non è affatto facile. Credetemi, io lo so bene.
Ma ascoltate queste mie parole: in questo momento così difficile, Lathander non sarà un giudice severo, ma un amico che vi accompagnerà mano nella mano, se glielo permetterete.
La redenzione è un nuovo inizio... e quale miglior luogo per intraprenderlo dell'Alba?". -
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La ragazza era colpita da tanta gentilezza. In fondo aveva deciso di recarsi a Daggerford seguendo ciò che restava del suo istinto, ma non sapeva cosa avrebbe trovato lì.
Aveva alzato gli occhi su Astra e ne era rimasta sopraffatta, la comprensione che le veniva mostrata era paragonabile solamente alla fiducia dell'unica amica che aveva avuto in tanti lunghi anni. Ciò che le veniva offerto era gratuito e non sembrava pretendere nulla in cambio.
Asciugandosi le lacrime con la manica della veste cercava di riguadagnare un contegno e di riprendere a parlare. In quel momento, a dispetto di tanti anni passati tra le genti più malfamate, sembrava solamente una ragazzina smarrita.
"Io... non so dove andare. Ho visto la fine della mia strada e ora vago senza meta. I miei compagni sono tornati a casa, ma io non ne ho più alcuna. Così come non ho più un nome. Non ho nulla di valore da offrire a questo mondo, ma ho anche cessato di arrecargli danno."
Esitò ancora un momento mentre un brivido le percorreva la schiena e la scuoteva. I sussurri del Marchio avevano a lungo taciuto, ma la minaccia li aveva risvegliati.
"Il buio della notte mi attende dopo ogni tramonto, mi conosce e lentamente si fa più vicino. Mostratemi l'Alba di cui parlate, vi prego.". -
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"Amica mia, l'essere umano è fatto di luce e tenebra nella stessa misura. Pensate di essere in balia delle tentazioni oscure, ma ricordate che non siete sola: perfino qui, in questo tempio così splendido, vivono uomini e donne, non angeli e serafini. Anche loro conoscono i vostri dubbi, i vostri dilemmi.
Non siete peggiore nè migliore di molti, credetemi. Anzi, voi avete avuto la forza di intraprendere un sentiero e non è un passo da dare per scontato.
Quindi scacciate la paura e armatevi di speranza, perchè l'Alba è più vicina di quanto pensiate"
Così dicendo, si alza in piedi e ti porge la mano.
"E sarei onorata di mostrarvi gli ultimi passi per arrivare alla luce del Mattino".
Nuova AlbaNoxa Mistiveil, morte e rinascita |
