Niniel - Quis Custodiet ipsos Custodes?

All'Inferno, anche il Diavolo può essere un Eroe

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    The Lord of Time

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    L'ultima cosa che ricordo sono i miei figli.
    Li ho amati più di quanto credessi possibile amare qualcosa. Per loro, ho accettato di vestire i panni del Guardiano del Tempo e massacrare coloro che avrei chiamato fratelli e sorelle.
    Ho sparso il loro sangue sulla sabbia famelica, ma nel farlo non ho versato una sola lacrima. Mai più, avevo giurato a me stessa, mai più sarei stata la Figlia delle Lacrime. Nessuno aveva mai pianto per me, perchè io avrei dovuto farlo per loro?
    L'odio ci fa fare molte promesse. L'amore ce ne fa infrangere di più.
    Ed eccomi qui, al mio capezzale di pietra e sangue. C'è chi in punto di morte abiura tutte le scelte della propria vita, mentre io sono morta proprio perchè ho tradito ciò che avrei dovuto proteggere. Me ne pento?
    No. Il pentimento è per i santi e i colpevoli. E tra questi c'è molta meno differenza di quanto entrambi vorrebbero credere.
    Io ero solo una madre che avrebbe fatto di tutto perchè i propri figli non vivessero ciò che io ho vissuto. E per gli Inferi, l'ho fatto.
    Per questo, non penso che la morte mi sia stata inflitta come punizione. Lui è cambiato molto, come avevo previsto, ma non tanto da non comprendere il significato del mio gesto. Anzi, sono quasi sicura che lui sapesse che questo momento sarebbe arrivato, prima o poi.
    Era solo questione di... Tempo.
    La mia morte è stata solo una naturale conseguenza. Inutile opporvisi, sia per me che per lui. Per questo, anche se lo vorrei, non riesco a serbargli vero rancore. Ha svolto il suo dovere, come io ho fatto con il mio. E mi piace pensare che, nel farlo, almeno una lacrima abbia bagnato il suo arido volto.
    Ora che la mia parte in questo grande gioco si è conclusa, mi sovvengono alla mente tante domande per le quali non avrò più tempo di trovare risposte. E mi rendo conto di essere stata tanto abituata all'eternità da riuscire a capire solo ora quanto sia prezioso il Tempo, mentre scivola via dal mio corpo spezzato.
    Ho vissuto prima come un'illusa e poi come un mostro, ma almeno morirò come una persona: piena di domande e dubbi. Qualcuno potrebbe trovarlo tragicamente ironico, ma io no. Al contrario, per la prima volta mi sento davvero completa, realizzata. In un certo senso, ho ottenuto la vendetta che tanto desideravo: se questa vita mi è stata imposta, l'ho sacrificata secondo la mia volontà.
    Ma il tempo delle domande è finito, finalmente. Mi attende l'unica, vera certezza della vita: la morte. Perfino per me, una Marchiata, questa parola ha un peso particolare, quasi sacro. L'ho presa per mano e ho danzato con lei per tanti anni, ma solo ora la guardo negli occhi.
    E sono gli occhi dei miei figli, ai quali lascio questo mondo che non sono mai riuscita a comprendere fino in fondo. Spero che loro saranno migliori di me. So che lo saranno.
    Ma soprattutto, sono gli occhi di Scion, gli stessi con i quali mi guardò quel giorno alla Sala delle Fazioni mentre moriva tra le mie braccia. Quel giorno, anche io sono morta con lui, ma ho dovuto attendere fino a oggi per poterlo rivedere. Riuscirò anche a incontrarlo? Non lo so. Potrei pregare, ma so già che nessun dio si prenderebbe il fastidio di ascoltare le mie suppliche. Però posso sperare, questo sì: la speranza è una dea che non pretende nulla da chi si rivolge a lei. Non impone crociate, non fa discriminazioni e non esige sacrifici. La speranza è umile, come lo sono io adesso, caduta a terra per morire tra le braccia dei miei figli.
    Non avrei mai potuto chiedere un modo migliore per andarmene.

    Edited by Tirro - 11/3/2019, 09:37
     
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