Noxa Mistiveil

Il Pilastro della Redenzione

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    Noxa Mistiveil
    La Figlia delle Nebbie



    Profilo psicologico

    Noxa ha una natura glaciale, che tuttavia tende a nascondere.
    Noxa è una creatura di poche emozioni. I suoi sono più che altro istinti molto sviluppati ed eccessi volontari in cui indulge allo scopo di conoscere meglio i mortali.
    Durante il suo periodo come asservita del suo signore vampiro è stata spenta in lei ogni luce; la gioia, la capacità di provare affetto e la riconoscenza le sono stati strappati via.
    L'innocenza e la purezza non hanno mai attecchito in lei, il suo signore si è ben guardato dal permettere il sorgere di una simile debolezza. Noxa invece è stata indotta a credere che il male sia una strada da percorrere in modo virtuoso e puro, qualcosa da abbracciare e da cui farsi pervadere. Chiunque rigetti questa semplice verità non è che un debole e un bugiardo, nessuno è innocente.

    Ella condivide l'odio che gli schiavi hanno per i padroni.
    Noxa è insofferente verso la schiavitù, avendola provata per tanti anni. Di recente, dopo una fuga durata decenni, ha iniziato a dubitare degli insegnamenti del suo signore. La sua anima tuttavia attinge potere dalla corruzione delle tenebre e sfuggire a quella presa è arduo.

    Indossa costantemente una maschera di umanità, quindi è socievole.
    Noxa nasconde sapientemente la natura di predatore e portatrice di morte sotto un velo seducente e talvolta maestoso. È in grado di apparire come una donna dal cuore pulsante e dalle vive emozioni, sebbene questi atteggiamenti siano perlopiù magistrali interpretazioni di una maschera vuota.

    Non ha ceduto completamente alla corruzione dei Poteri Oscuri.
    Così come il potere arcano richiede studio, l'oscurità richiede abbandono. Noxa ha acquisito padronanza della tenebra trasmessale dal suo signore, ma la fuga dal Reame del Terrore ha interrotto la sua caduta. Ora è padrona del suo destino e sta a lei decidere se sacrificare anche l'ultimo brandello della sua anima o iniziare un lungo cammino di redenzione.

    Crede che l'omicidio sia un mezzo legittimo per risolvere i problemi.
    Noxa ha familiarità solamente con la morte, per questo pratica con tanta naturalezza l'arte dell'omicidio. Giunta su Faerun ha rapidamente compreso di non poter togliere una vita senza conseguenze, pertanto ha cercato affiliazione in una gilda di assassini. Qui ha imparato ad ammansire la sua sete di morte e ad impiegarla come strumento al servizio di altri.

    L'attaccamento del Marchio ai propri simili è l'unica emozione autentica che prova. Per questo interagisce volentieri con altri Marchiati.
    L'incontro con un cacciatore di Marchi ha risvegliato in lei qualcosa da tempo avvizzito, un sentimento di attaccamento. Incapace di dare un nome a ciò che ha provato e continua a provare, Noxa ha deciso di indagare e seguire il gruppo di Marchiati, tutto con lo scopo di esplorare questa nuova e aliena sensazione. Il contratto iniziale che portato all'incontro con Tinuviel genera qualche sospetto nella vampira, le coincidenze in esso sembrano un'elaborata illusione.

    Allineamento: Neutrale Malvagio

    Int: 11
    Sag: 11
    Car: 21

    Edited by Tirro - 5/9/2019, 19:09
     
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    Marchio dell'Eterno



    Tatuaggio

    Il tatuaggio è come un piccolo dipinto sulla schiena di Noxa.
    In esso è raffigurata una donna sola che cammina in una foresta immersa nelle nebbie. Trasmette un senso di solitudine.

    Battito del Risveglio

    Il tatuaggio ora muta costantemente e mostra immagini statiche che si susseguono e raccontano una storia.

    La donna avanza tra gli alberi con movimenti lenti, quasi impercettibili. Sposta la luce fioca della lanterna in ogni direzione, come se cercasse qualcuno.
    L'ambiente diventa più buio e le nebbie inghiottono gli ultimi raggi di luce.
    Gli occhi si volgono all'esterno del dipinto e incrociano lo sguardo di chi li osserva. Sono ricolmi di terrore.
    La donna è in procinto di gridare ma le nebbie soffocano ogni rumore. Un istante dopo il corpo svanisce rapito dalla fitta coltre.



    Edited by Ludwig von Stroheim - 20/3/2018, 14:54
     
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    Ombre



    Noxa aveva commesso un errore e lo capiva solo ora, quando ormai era troppo tardi.
    Chiusa nella stanza di una locanda qualsiasi vegliava sui vivi, mentre altri cercavano di uccidere per sopravvivere; se avesse saputo apprezzare l’ironia della situazione un amaro sorriso le si sarebbe dipinto in volto. Lei però non sapeva come sorridere, lo aveva dimenticato. La sua mente invece correva indietro nel tempo, ripercorrendo gli eventi recenti in cerca del momento fatidico in cui aveva spalancato una porta che avrebbe dovuto rimanere sigillata.
    Poi la vide davanti a sé, era la cambusa della Tempesta Notturna.

    ~~~
    “Radail sospetto che tu comprenda la necessità di un compromesso, a differenza di altri. Quello che ti sto chiedendo è di procurarmi alcuni strumenti per svolgere al meglio il mio compito.
    Eccoti una lista di ciò che mi serve, troverai descrizioni accurate di ogni oggetto, come è ovvio posso dirti solo ciò che deve fare. Confido che la tua abilità faccia il resto. Ecco, questo dovrebbe coprire le spese, so bene quanto voi incantatori siate limitati dalla penuria di materie prime ma si dà il caso che abbia ciò che serve.

    Ah un’ultima nota. L’oggetto descritto nel retro della pagina è particolarmente importante. Si tratterà del contenitore per un servo, ma questi dovrà essere sufficientemente intelligente da poter agire senza farsi scoprire. Sembri aver vissuto a lungo immerso nelle tenebre, sai come fare a vincolarle?”

    ~~~

    Il flusso di pensieri si interruppe, ella sentiva lo sguardo penetrarle la carne e metterle a nudo l’anima. Occhi vacui e infiniti come le tenebre la scrutavano dal silenzio della stanza.
    “Non sei stato convocato”
    La voce era sorpresa ma le si spense in gola mentre con gli occhi percorreva rapidamente la stanza fino a raggiungere lo zaino. Dal lembo aperto della sacca spuntava la fiaschetta di metallo nero, il tappo penzolava appeso alla catena qualche centimetro più in basso.
    Noxa si immobilizzo per un momento, le sue membra si preparavano a scattare e distruggere quanto le si parava davanti; un servo insubordinato andava punito. Allo stesso tempo però una forza soverchiante la inchiodava alla sedia, qualcosa di primordiale e invincibile. Qualcosa sepolto nel passato.

    ~~~
    “Non devi desistere, devi imporre la tua volontà e le ombre prenderanno forma. L’oscurità non è solamente la tua casa, essa è l’essenza che anima la tua carne.
    Io ti ho plasmata da essa, ti ho donato il potere di richiamarla. Ma così come essa risponderà a te, sappi che tu risponderai a me.
    Non essere così sciocca da dimenticarlo, mia cara.”

    Una vampira neonata stava fissando i prodigi del suo padrone mentre un altro pezzo della sua umanità le veniva strappato con un sorriso.
    Erano passati molti giorni; mesi o forse anni, ormai sembrava avere sempre meno importanza. L’oscurità scacciava ogni dolore e in cambio prometteva ogni cosa. Talvolta la ragazza si svegliava dal torpore di soprassalto per aver ricordato immagini fugaci di ciò che era esistito prima dell’arrivo delle tenebre, ma queste evaporavano in un istante. Perfino i sogni, l’ultimo frammento di felicità a cui la sua mente non-morta si aggrappava tenacemente, erano reclamati dall’oscurità. Il buio strisciava attorno a lei in ogni momento e quando la giovane si addormentava le penetrava nella mente. Era un parassita creato per consumare la luce, questa era la volontà del suo padrone; ma la ragazza ancora non poteva saperlo.
    ~~~

    Adesso la voce era un sussurro, giungeva quasi soffocata.
    “Ti ordino di tornare nel contenitore.”
    “…”
    “Non ti ho convocato, quindi congedati servo.”
    “…”

    L’ombra era immobile, proiettata sulla parete dalla debole luce dell’unica candela accesa nella stanza. Noxa ebbe un’idea fugace, spegnere la candela e ricacciare la sagome nelle tenebre indistinte. Maledì se stessa per aver creduto che quello potesse risolvere alcunché. Viveva tra le ombre da tanto tempo, eppure quel pensiero era sopraggiunto istintivamente.
    Se qualcuno nella stanza avesse potuto osservare lo sguardo della vampira vi avrebbe colto quello tipico delle sue vittime. Nessuno dei presenti tuttavia era cosciente. Due elfe erano rapite da un sonno magico dal quale non potevano destarsi e l’halfling, Tonka Jones, era sceso in locanda per bere e ascoltare le voci più recenti.
    “Perché sei qui?” Noxa credette che quella domanda avesse un qualche potere.
    “…”
    La sua mente lottava per liberarsi da quella forza ineffabile eppure così familiare. Nel farlo scorreva i ricordi come le pagine di un libro, in cerca della risposta.

    ~~~
    La Tempesta Notturna aveva preso il controllo del suo corpo, obbligando Noxa ad attaccare a comando. La sensazione sgradevole risvegliava in lei l’odio ancestrale che negli anni si era sopito. Si vedeva mentre scagliava colpi furiosi e letali contro la creatura di cristallo che sapeva parlare e camminare; la colpiva ancora e ancora fino ad abbatterla, mentre lo spirito del capitano si occupava degli altri compagni. Noxa provava qualcosa per quei compagni, se n’era resa conto nella locanda di Saerloon quando aveva agito in difesa dell’elfa di nome Tinuviel.
    Un nome su un contratto e uno schiavista come bersaglio, in un primo momento non era sembrato nulla di più. Quando però aveva letto il diario di quel cadavere era stata percorsa da una scossa. Qualcosa era cambiato ed ella sapeva di dover indagare, di rischiare e dare un volto a quel nome. I suoi istinti infine l’avevano premiata.
    Mentre colpiva con violenza dei cristalli ormai in frantumi Noxa iniziava a capire che a risvegliare il suo odio non era il dolore che stava provocando ai compagni, il senso di colpa era tanto alieno quanto la gioia per lei, ma l’incapacità di agire liberamente.
    ~~~

    Gli occhi offuscati dal ricordo di quell’esperienza non colsero subito quanto era avvenuto. Forse per a causa del lento esaurirsi della cera o per la pallida luce lunare che entrava dalla finestra, ma l’ombra non era più proiettata completamente sulla parete, ora sconfinava sul pavimento davanti alla sedia.

    ~~~
    Dopo la Tempesta Noxa era giunta sull’isola e da lì aveva fatto ritorno attraverso un varco creato dal mago. Anche il mago conosceva la carezza delle ombre, in questo la vampira si sentiva legata a lui. Per lei il fio da pagare era qualcosa di noto, pertanto non aveva sentito il bisogno di parlare di quel senso di perdita dopo il passaggio. Di lì a poche ore però si era reso necessario viaggiare rapidamente di nuovo, questa volta con un diverso incantesimo. Noxa non aveva chiesto i dettagli a Radail, credeva, come altri, che la necessità fosse più forte della curiosità.
    Ora però avevano attraversato un diverso varco e non si trattava più di un istante, ma di una lunga marcia nel luogo di origine delle ombre. Noxa procedeva a cavallo, scrutando l’oscurità tutt’intorno mentre i compagni si stringevano tra loro, timorosi forse. Udiva mormorii sommessi provenire dalle finestre oscure degli edifici; a poco a poco tutti sembravano essersi riuniti in un’unica voce soffocata che cercava di gridare. Proveniva dalle loro spalle, ma nessuno dei compagni osava girarsi.
    Lei però sentiva i suoi istinti destarsi, sapeva che qualcosa aleggiava nei dintorni e attendeva il momento per attaccare. Di colpo percepì l’istante fatale e lasciò le briglie del cavallo per afferrare l’assalitore invisibile che le stava piombando addosso. La magia fu più veloce. Il bagliore accecante del sole al tramonto investì gli occhi della vampira, che d’istinto dovette abbassare il cappuccio. Il profilo di Daggerford era davanti a lei e significava che l’incantesimo aveva avuto termine e li aveva strappati alla terre delle ombre.
    Qualunque cosa vi fosse dall’altra parte, non era stata abbastanza veloce.
    ~~~

    Il ricordo di quella sensazione di pericolo fece riavere la Figlia delle Nebbie che sbatté le palpebre, solo per sentirsi nuovamente intrappolata su quella sedia. Le ombre della stanza stavano danzando follemente, libere dal giogo della candela. Figure dai contorni evanescenti protendevano le appendici per avanzare nella stanza, verso la sedia. Alla testa di quell’armata di tenebre vi era il servo d’ombra che muto urlava contro la sedicente padrona. Noxa era pietrificata, più del dominio, più della tempesta di sabbia, le ombre che la circondavano la facevano sentire una bambina sperduta e lei non poteva opporsi.
    La serratura della porta scattò e sulla soglia apparve il piccolo halfling con in mano una candela. La visione costrinse le pupille della vampira a riadattarsi alla luce.
    Noxa lanciò occhiate furtive agli angoli della stanza, alla finestra e infine allo zaino da cui spuntava la fiaschetta sigillata.

    “Lady Noxa ahimè la gente del posto non sa nulla di utile, dovremo arrangiarci. Ma state bene?”

    “Certamente … credevo di aver visto qualcosa alla finestra. Era solo un’ombra.”


     
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2 replies since 10/10/2017, 13:53   65 views
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