Genesi - Il Sangue di Drago

Retroscena di Ysgard

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    Quella notte Ysgard era in festa, così come ogni altra notte che gli dei concedevano ai valenti guerrieri per riposare dalle loro gloriose fatiche. Gli skald intonavano le gesta di mille e mille eroi resi immortali da quelle storie, mentre uomini e donne danzavano, mangiavano e bevevano sotto la splendida luce dell'aurora boreale, celebrando così la gloria che con aspre vite si erano giustamente conquistati.
    Uomini d'arme, condottieri, strateghi.
    Guerrieri.

    "Non mi piace questo posto"

    "E allora perchè rimanervi? Non siamo forse libere, Vessillo?"

    L'elfa non era una guerriera, ed in quel luogo si sentiva a disagio. Pochi combattenti sapevano provare simpatia per coloro che con un solo gesto potevano rendere inutile la loro forza e la loro esperienza, piegando le loro menti o costringendoli a combattere contro la furia degli elementi.
    E negli occhi di troppi uomini intorno a lei, questo era sempre più evidente.

    "Ancora un pò, e ravviveranno il fuoco con la strega.
    Finisce sempre così"


    "Ah, sarebbe divertente vederli provarci.
    E sarebbe ancora più divertente vedere cosa farebbero i tuoi compagni. O cosa non farebbero, non so se mi spiego..."


    "Sì, Niniel. Ti sei spiegata"

    L'elfa non aveva del tutto mentito, quando aveva detto ai suoi compagni che doveva allontanarsi per delle ricerche. Ma aveva accuratamente evitato di dire che il motivo che la spingeva a quella ricerca era l'insopportabile calore che sentiva crescerle dentro, e che dopo il viaggio su Pandemonium aveva pure acquisito un nome.
    Aglaror, il Primo Cronomante.

    "Con tutta la fatica che abbiamo fatto per ucciderlo... con tutto quello che abbiamo sofferto... ma chi sono io per uccidere qualcosa che sta per nascere, giusto?"

    "Questa volta sarà diverso"

    "Questa te l'ha insegnata il Signore del Tempo, vero?"

    Il risveglio del drago era sempre più vicino, e lei iniziava a sentirsi sempre più simile a come doveva essersi sentita Claire nei confronti del suo bambino: desiderosa, e terrorizzata. Nonostante la presenza dell'Araldo e l'addestramento a cui si era sottoposta, il drago poteva comunque sormontare la resistenza della strega e piegarla ad un suo burattino. Shenna non poteva escludere che la sua io del futuro incontrata a Pandemonium avesse incontrato proprio quella sorte.
    E lei non poteva sopportare l'idea di diventare ancora la schiava di qualcuno.

    "Basta, ce ne andiamo"

    "Mh? Dove?"

    "Lontano"

    Mormorando alcune parole, l'elfa svanì dagli occhi dei pochi osservatori attenti a lei.
    L'istante successivo, si ritrovò tra montagne talmente alte ed inarrivabili da sembrare la dimora dei primordiali stessi. Il vento notturno, più pungente che mai, per poco non le fece perdere l'equilibrio, consegnandola a voragini di vuoto dalle altezze incalcolabili.

    "Scusate, cosa ci facciamo qui? C'era una festa, un attimo fa!"

    "Io... non lo so. Non ho mai visto questo posto. L'ho pensato e... sono arrivata qui"

    "E' il Sangue del Drago"

    Il vento fu l'unico a rispondere a quella altrettanto gelida affermazione.

    "Sì, lo supponevo. Sotto sotto, lo sappiamo tutti, qui.
    Aglaror sta iniziando ad esercitare il suo controllo. Come per i Discepoli dei Draghi, il nostro Vessillo sente un irresistibile richiamo verso luoghi che a lei sembrano sconosciuti.
    Ma non a chi riposa in lei"


    "Me lo traduci, lady Io-Vedo-il-Futuro?"

    "Stiamo per andare ad incontrare un drago, edan"

    "Oh. Fantastico"

    [Continua...]
     
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    Il sentiero che la strega si ritrovò a percorrere era stretto ed impervio. Più volte fu sul punto di ritornare a Himinborg dai suoi compagni, ma la presenza dell'Araldo la confortò nel proseguire contro gli elementi avversi.
    Finchè non seppe di essere giunta alla sua destinazione.

    "Teatrale"

    La caverna si spalancava come le fauci di un drago protese a dilaniare il cielo notturno; infinite zanne di pietra costellavano l'ingresso, gettando lunghe ombre a causa di una luce rossastra che giungeva direttamente dalle sue profondità: il cuore di un vulcano, per lungo tempo sopito ed, ora, apparentemente risvegliatosi in tutto il suo igneo splendore.
    L'elfa invocò la magia del suo Popolo, divenendo un tutt'uno con la roccia che la circondava, per poi avanzare con passi lenti e cauti. Il calore andava aumentando, arrivando infine a colmare e perfino superare quello che la strega sentiva dentro di sè.
    Perchè all'interno della montagna, il fuoco scorreva come un fiume travolgente.

    "Non vorremo davvero combattere un drago qui senza gli altri, spero. Sarebbe un suicidio!"

    "Non giungiamo qui come avversari, mia regina, ma come ospiti"

    "Temevo una cosa del genere..."

    Uno stretto ponte di pietra si innalzava sopra il baratro infuocato, ma la strega preferì librarsi in volo grazie alla benedizione dell'Araldo. Un salto, e l'aria fu il suo unico, necessario appiglio. Fu una scelta saggia, perchè pochi istanti dopo ebbero inizio le scosse.
    Le prime furono leggere e frequenti, quasi impercettibili per lei che non toccava terra. Ma iniziarono a crescere d'intensità, fino a far tremare le stesse pareti del vulcano, ed incrinare in modo assai pericoloso il fragile ponte di pietra.

    Poi, il drago si levò dai flutti di fuoco.
    Se Ysgard era la terra delle epiche imprese, quella maestosa creatura ne doveva rappresentare il culmine per eccellenza: le scaglie, rosse ed annerite come carboni mai domati, erano circondate da titaniche ali del colore della cenere, in netto contrasto con gli occhi della bestia, due globi di lava fusa, trasudanti astuzia e malignità.
    Ma sulla sua fronte stava l'inequivocabile appartenenza ad una saga antica perfino più di Ysgard. Il simbolo di una Clessidra Nera.

    "CHI ENTRA NEL DOMINIO DI TARYGOS, LA SVENTURA DI YSGARD?"

    L'enorme testa del drago era proprio dinanzi alla minuscola strega. Non serviva un sapiente per immaginare che quelle fauci fossero già pronte a scattare verso giovane, gustosa carne fresca.
    Ma i Marchi non avrebbero abbandonato il loro Vessillo, non dopo averla condotta fino a lì.

    "Affascinante. Sembra che l'Eresia sia riuscita ad ottenere l'aiuto del più potente e famigerato drago di questo Piano di esistenza.
    Tarygos è l'incarnazione della morte e del fuoco su Ysgard. E', letteralmente, l'antitesi di così tante leggende che perfino io potrei divenire vecchia prima di averle raccontate tutte"


    "Amberle, mi serve qualcosa per uscirne viva!"

    "Ah, giusto.
    Bè, sai cosa dicono le leggende... Nessuno è mai tornato vivo dalla tana di Tarygos"


    "Consolante"

    Ma il silenzio non fu gradito al padrone del vulcano, che con un tremendo ruggito spazzò via gli effimeri sussurri dell'Arcimaga.

    PORTI I SIMBOLI DEI MIEI ALLEATI, FIGLIA DI ALFHEIM, MA QUESTO NON TI RISPARMIA DAL RISPONDERE ALLE MIE DOMANDE, SE HAI CARA LA VITA"

    "Io... io sono..."

    E mentre Shenna tentava di trovare una risposta che le salvasse la vita dalla fame del drago, l'ombra che la ragazza gettava sul mare di fuoco si allungò a dismisura, scrollandosi di dosso l'aspetto minuto e dispiegando opprimenti ali di tenebra. Artigli impalpabili si afferrarrono alle pareti del vulcano, mentre occhi senza Tempo arrivarono a fissare il terribile Tarygos con una superbia che era propria solo dei Rossi.

    "Noi siamo tanti, Sventura di Ysgard. Più numerosi delle stelle nel cielo del Nord, più numerosi dei guerrieri che vennero piegati dal tuo fuoco e spezzati dalla tua ira, più numerosi dei sogni di vendetta che le genti covano contro di te.

    Noi siamo l'Eresia della Clessidra Nera. Ed io sono Aglaror, il Primo Cronomante"


    [Continua...]
     
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    Perfino Talygos rimase stupefatto dall'apparizione: mai, prima d'ora, un drago aveva osato violare i confini della sua dimora. Quei pochi abbastanza folli da provare a sfidarlo avevano incontrato la fine in un oceano di lava e furia.
    Ma Talygos conosceva il nome che l'ombra aveva pronunciato e, sebbene dubitasse di trovarsi realmente dinanzi a quell'essere leggendario, non poteva ignorare i simboli che la piccola elfa portava su di sè.
    Forse c'era una traccia di verità. Forse poteva valere la pena attendere un poco, per una volta.

    "ASSUMI BEN STRANE FATTEZZE, PRIMO CRONOMANTE: UNA FRAGILE ALFAR CHE PROIETTA FRAGILI OMBRE.
    QUESTO DOVREBBE IMPRESSIONARMI?"


    Eppure, nonostante la sicurezza ostentata nella voce, Talygos non poteva che divenire sempre più preoccupato nel vedere l'ombra di Aglaror crescere sempre di più, come se la sua brama non conoscesse confini. Come un serpente che sinuoso si allungava da una roccia all'altra, così il fondatore della prima Eresia della Clessidra Nera sembrava voler inghiottire ogni cosa sotto le sue ali oscure.

    "Non siamo qui per impressionarti, Sventura di Ysgard.
    Siamo qui per onorare antiche tradizioni. Più antiche di quanto questa... Alfar possa ricordare, ma da un Rosso mi aspettavo una migliore memoria..."


    Poche cose erano capaci di innervosire un Drago Rosso più del malcelato disprezzo. Con un ruggito, Talygos si sollevò, sovrastando la piccola, e terrorizzata, strega.

    "IO NON TI DEVO NULLA! TU SEI NULLA, SOLO OMBRA! OMBRA CHE IL FUOCO PRESTO CANCELLERA'!"

    L'istante successivo, l'aria divenne fuoco. Ottimi riflessi e poche protezioni magiche riuscirono solo in minima parte ad evitare la fine della strega, ma non che il fuoco la avviluppasse. Le grida di dolore risuonarono per tutto il vulcano, dando così al Drago Rosso giustizia della sua evidente superiorità.
    Eppure, qualcosa non andò proprio come la bestia aveva previsto: l'elfa non poteva aver mantenuto la concentrazione della sua illusione, il dolore che martoriava il suo corpo era al di là di qualsiasi sopportazione.
    Ed allora, perchè l'ombra continuava a parlare... e a deriderlo?

    "Hai dimenticato che le ombre sono proiettate dal fuoco, Talygos? Ed io sono un fuoco più antico di qualsiasi vulcano. Le tue imprese, le tue vittorie... non sono che sabbia tra le mie fauci, attimi persi nell'Eternità.
    Hai scelto di sfidare il Primo Cronomante. E sia.
    Ci rivedremo, Sventura di Ysgard. Molto, molto presto"


    La poderosa risata di Aglaror coprì il debole sussurro di Shenna, la formula di un incantesimo di Teletrasporto.
    Quando finalmente intorno a lei non vi erano più draghi e fuoco, ma radure e stelle, potè permettersi di svenire.
     
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